Giustizia senza limiti. La sfida dell’etica in una economia globalizzata
Serge Latouche, Bollati Boringhieri Editore, Torino, 2003
Questo libro deve il suo titolo a George W. Bush e alla formula – Enduring Justice – con la quale egli designò in un primo tempo la reazione americana agli attentati dell’11 settembre 2001. Ma, per l’appunto, che cosa significa fare giustizia in una economia globalizzata? Chi può dirsi vittima di una ingiustizia? Come portare rimedio all’ingiustizia globale? Sono le domande alle quali l’autore di L’occidentalizzazione del mondo cerca di dare delle risposte per un verso denunciando l’impostura dell’etica economica e per l’altro cercando di prevedere quella che potrebbe essere una economia giusta in un mondo globalizzato.
Nelle prime due parti del libro Serge Latouche mette a confronto l’apologetica della società di mercato realizzata dalla scienza economica con l’ingiustizia del mondo che evidentemente svuota di contenuto ogni pretesa morale dell’economia.
In quanto condividono il medesimo immaginario economico liberalismo e marxismo sono oggetto della stessa critica radicale, che si estende alla
degenerazione dello Stato sociale di matrice socialdemocratica. La illustrazione della banalità economica del male che si riassume secondo l’autore nella impostura dello sviluppo, ripropone evidentemente la necessità di fare giustizia. Nella terza parte del libro Latouche abbozza i tratti di quel che potrebbe significare una società giusta nel contesto di un mondo devastato dall’economia, insieme unificato e diviso dal mercato: definire il contenuto di una eguaglianza nello scambio e i ruoli possibili dei mercati e di una moneta di cui ci si sia riappropriati, in un mondo non limitato all’economia.